Vizzola

... Su queste strade se vorrai tornare, ai nostri posti ci ritroverai, morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama, ora e sempre, Resistenza
- Pietro Calamandrei


RIl 21 marzo 1945 i Bersaglieri della Divisione “Italia” fucilano a Vizzola tre partigiani


la Storia della strage

Davanti al muro del cimitero di Vizzola, nel primo giorno di primavera del ’45, si è consumato uno degli episodi più tragici tra quelli vissuti nelle nostre vallate, durante la guerra. Nel silenzio della campagna furono fucilati, come per un’esecuzione premeditata, tre giovani partigiani.


Giuseppe Azzolini “Andrej” di 17 anni, Ferdinando Bremi “Milan” di 24, entrambi nativi di Santa Maria del Piano ed entrambi della “brigata Pablo” e Andrea Bianchi “Ras” di 25 anni, originario di Altopascio erano stati catturati il 14 marzo durante un rastrellamento, a Castrignano di Langhirano, dai bersaglieri della divisione Mameli. Una volta arrestati i bersaglieri della divisione ‘Italia’ ne pretesero la consegna e trasportarono i prigionieri a Sala Baganza dove il 21 marzo incontrarono i famigliari.


Questi vennero rassicurati dal comandante che loro congiunti sarebbero stati rilasciati. La sorella di Giuseppe riuscì a vedere per pochi momenti il fratello da una finestrella: il giovane, con il volto livido, chiese alla sorella se anche lei fosse stata arrestata e affermò di non aver parlato. I parenti tornarono a casa sollevati ma subito dopo la loro partenza i ragazzi furono caricati sui camion e condotti a Riccò dove alloggiavano altri bersaglieri della stessa divisione. Dal paese il gruppo di militari condusse i ragazzi a piedi attraverso i campi fino al luogo più appartato di Vizzola: davanti al cimitero vennero trucidati.


Alla scena assistettero in lontananza diversi abitanti, alcuni dei quali ricordano oggi come allora quel drammatico episodio. Altri furono avvertiti dagli strilli di una donna che si trovava nelle vicinanze.


Superato il primo momento di paura alcuni di loro si recarono sul luogo della tragedia, solo per constatare come i giustizieri si fossero accaniti sui corpi dei giovani. Alcuni, tra questi Memore Biolzi, si misero a raccogliere i resti e li composero dentro la cappella del cimitero: unico gesto pietoso rivolto ai tre ragazzi. Dell’episodio racconta anche l’allora rettore di Vizzola Don Alberto Tadè nel ‘Chronicon’ della parrocchia, che riporta anche il triste l’arrivo dei famigliari. Dopo la guerra ebbero luogo due diversi processi per trovare i responsabili dell’eccidio ma gli accusati furono scagionati. Dal dopoguerra il cimitero è meta ogni anno di un pellegrinaggio silenzioso, non solo delle autorità civili e religiose ma anche di semplici cittadini o di scolaresche.


le nostre parole


Questo è il muro dove muoiono Andrej, Milan, Ras. Due giovani uomini ed un ragazzo, il primo giorno di Primavera Andrea Bianchi è “Ras” ha 28 anni, è sposato ed è papà di Alberta, di 6 anni, che ha lasciato ad Altopascio in provincia di Lucca Ferdinando Bremi è “Milan” ha 24 anni. Lo chiamano così perché nato a Milano, ma abita a Santa Maria del Piano. Giuseppe Azzolini è “Andrej” 17 anni da pochi giorni. E’ calzolaio, come il suo papà. E anche lui, come “Milan” è di Santa Maria del Piano. Me li vedo “Milan” e “Andrej” spiegare queste montagne a “Ras”, perché per loro – tutti e tre insieme – la montagna è una scelta di vita. Sono Partigiani. Così come me li vedo parlare, con fiducia, della prossima fine della guerra. Perché la fine è vicina. Lo si respira nell’aria. Anche se Mussolini è venuto proprio qua, a Ozzano, alla fine di Gennaio, per rassicurare le truppe fasciste, ormai è la fine è questione di tempo. E così sarà. Ma quella fiducia, quella speranza lascia spazio alla disperazione il 14 Marzo. Andrej, Milan e Ras sono catturati durante un rastrellamento a Castrignano, una frazione di Langhirano, dai Bersaglieri del Battaglione Mameli. Una volta arrestati, altri bersaglieri, altri fascisti, questi della divisione ‘Italia’, ne pretendono la consegna e trasportarono i prigionieri a Sala Baganza. La sorella di Giuseppe corre a Sala Baganza, con altri parenti, e riesce a vederlo. Andrej è stato picchiato è livido. Il comandante dei bersagli rassicura: “verranno rilasciati”. E’ il 21 marzo. Quando i parenti se ne vanno, un poco rassicurati, Milan Andrej e Ras sono caricati su un camion e da Sala Baganza arrivano a Riccò.


Vigliacchi


Dal nostro paese, attraverso i campi, arrivano qua davanti. Davanti questo muro. Sono trucidati in modo spietato. Lasciati davanti questo muro, come stracci. Hanno 17, 24 e 28 anni. I fascisti se ne vanno cantando. Da allora, ogni anno, veniamo su questa collina a ricordare questi fatti. Ogni anno ci diamo appuntamento per ricordare Milan, Andrej, Ras. Per fare Memoria di quel sacrifico. Per ricordarci, ancora una volta, che quei sacrifici, quelle Lotte, quelle pagine eroiche che vanno sotto il nome di Resistenza, sono le radici della nostra Repubblica, della nostra Libertà. Come ha sintetizzato in modo straordinario Piero Calmandrei : “Andate nelle montagne dove caddero i partigiani, lì è nata la Costituzione”.


E’ questo oggi stiamo facendo.


Anche qui davanti, quindi, hanno radici la Sovranità del Popolo, il diritto al Lavoro, alla scuola, alla sanità, l’uguaglianza dei cittadini, l’impegno della repubblica a rimuovere ogni ostacolo per la piena libertà dei suoi cittadini. Per la Libertà di allora, per la libertà di oggi


E per questo torneremo sempre

Per Andrej, Milan, Ras

Per tutti noi


ANPI Fornovo